RAGUSA – Il Tribunale di Ragusa ha emesso, su proposta del questore, un provvedimento di decadenza dalla licenza ad un’agenzia di onoranze funebri con sede legale a Vittoria e già operante anche a Comiso, nel Ragusano, perché nella sua gestione era coinvolto una persona che aveva finito nel 2014 l’obbligo della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza e che, di conseguenza, non avrebbe potuto in alcun modo condizionare le attività di affari di altre società. Il provvedimento è stato eseguito dalla Polizia di Stato.
Durante le indagini è emerso che l’uomo, assunto come dipendente a tempo indeterminato con la qualifica di commesso viaggiatore, oltre ad aver inserito il proprio cognome nella denominazione societaria e nel biglietto da visita dell’agenzia distribuito alla clientela, dal quale era scomparso il nominativo del titolare effettivo, aveva anche utilizzato il profilo “Facebook” dell’agenzia per postare messaggi di minaccia nei confronti di un noto giornalista, “reo” di aver pubblicato alcuni articoli, riguardanti l’infiltrazione di famiglie mafiose nelle attività economiche di Vittoria, che reputava offensivi nei suoi confronti.
Su richiesta del questore di Ragusa, il tribunale ha adottato il provvedimento. Alla base della decisione il coinvolgimento nella gestione dell’impresa di Giambattista Ventura. Al punto da cambiare pure la denominazione della ditta.
Tolta la licenza all’agenzia di onoranze funebri Ventura, con sede a Vittoria e operante anche a Comiso. La polizia ha eseguito ieri il provvedimento emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Ragusa. Alla base della decisione il coinvolgimento nella gestione dell’impresa del pregiudicato Giambattista Ventura. Al punto da cambiare pure la denominazione della società.
Ventura, fratello di Filippo Ventura, ritenuto il capomafia di Vittoria, è stato in passato condannato per omicidio, associazione per delinquere, traffico di droga, porto illegale di armi. È l’autore delle minacce al giornalista Paolo Borrometi e proprio per questo qualche giorno fa è stato condannato a un anno e otto mesi di reclusione per il reato di concorso in tentata violenza privata.
Secondo quanto ricostruito dalla polizia, Ventura non avrebbe potuto in alcun modo potuto condizionare gli affari di altre società, anche con il benestare dei formali titolari. Invece dalle indagini condotte dalla divisione anticrimine della questura, sarebbe emerso che l’uomo non solo sarebbe stato assunto come dipendente a tempo indeterminato con la qualifica di commesso viaggiatore, ma ha anche inserito il proprio cognome nella denominazione societaria e nel biglietto da visita dell’agenzia distribuito alla clientela, dal quale era scomparso il nominativo del titolare effettivo. Infine dal profilo Facebook dell’agenzia avrebbe anche inviato messaggi di minaccia a Borrometi, per aver pubblicato alcuni articoli sull’infiltrazione delle famiglie mafiose nelle attività economiche vittoriesi.
Alla base del ritiro della licenza c’è la proposta formulata dal questore di Ragusa alla competente autorità giudiziaria. Il codice antimafia prevede che il tribunale, dopo aver sentito le parti interessate, possa far scattare i divieti anche nei confronti di «imprese, associazioni, società e consorzi di cui la persona sottoposta a misura di prevenzione (che non abbia ottenuto la riabilitazione) sia amministratore o determini in qualsiasi modo scelte ed indirizzi».