Un lungo applauso partito da gente comune, nella chiesa francescana di Sant’Angelo (tutta decorata di rose bianche, così come bianco era il tappeto su cui era posta la bara). Sono terminati così i funerali di Marta Marzotto, scomparsa venerdì scorso all’età di 85 anni dopo una breve malattia. Sull’altare i ricordi dei nipoti, quello della prediletta Beatrice Borromeo. «Il mio primo ricordo è un enorme uovo di Pasqua» — racconta quasi sorridendo —. Sono tante, troppe le cose eccessive e diseducative che la nonna ha fatto per noi. Durante i viaggi con lei era tutto permesso: l’unica regola in vacanza era tornare alle 7 del mattino mentre lei rincasava alle 8, con le scarpe in mano, ma era straordinariamente generosa». Poi, quello commosso del figlio più piccolo, Matteo, che quasi non riusciva a parlare, con gli applausi ad incoraggiarlo. «Diceva sempre che voleva essere ricordata con un sorriso — sottolinea —, e non c’è foto in cui lei non sia sorridente. Sappiate che se n’è andata sorridente».