Werner De Bianchi, 37 anni e padre di due bambine, è stato ucciso venerdì scorso vicino a Tropea da Alex Orfei in seguito ad una aggressione alla quale hanno preso parte altre tre persone. Gli aggressori sono in carcere a Vibo Valentia. Lo stesso padre di Orfei ha collaborato convincendo l’ultimo complice del figlio a costituirsi,

werner-de-bianchi-300x300La camera ardente è stata prima allestita in Calabria, all’interno del tendone del circo, dove lavorava insieme ai fratelli e agli amici. Poi, dopo questo abbraccio, la salma di Werner De Bianchi – l’artista ucciso con una coltellata lo scorso 12 agosto da Alex Orfei – insieme all’intera carovana circense, è tornata a Castiglion Fiorentino, dove  questo pomeriggio alle 16 ci saranno i funerali e seguirà la tumulazione nella cittadina della Valdichiana.

La famiglia ha chiesto di dare l’ultimo addio al 37enne, padre di due bambine, nella chiesa di San Pietro Chanel: una succursale della parrocchia del Rovaio, particolarmente capiente. Le prime scelte – la chiesa di Manciano e quella del Rovaio – sono state probabilmente scartate per motivi di spazio. De Bianchi non era molto conosciuto a Castiglion Fiorentino, ma era conosciutissimo nel mondo del circo. E sotto a quel tendone, al quale lui e i familiari (altri due fratelli con le loro rispettive famiglie lavorano insieme) dedicano la vita, svolgeva tante mansioni, non solo quella di trapezista.

L’OMICIDIO

La brutale aggressione, conclusa con la morte di De Bianchi, è avvenuta venerdì scorso nel piazzale di un supermercato a Santa Domenica di Ricadi, vicino Tropea, in Calabria. Lì si erano dati appuntamento i due artisti circensi per un chiarimento. De Bianchi si è presentato da solo, mentre Alex Orfei era accompagnato da altre per persone, tutti dipendenti del suo circo. Forse avrebbero dovuto parlare di un vecchio debito, di poche migliaia di euro. Ma ben presto, come hanno mostrato le telecamere all’esterno del centro commerciale, hanno iniziato a volare calci, pugno e bastonate. Il fendente che gli è stato fatale, stando a quanto ricostruito fino da oggi dalla Squadra Mobile di Vibo Valentia, sarebbe stato affondato da Orfei, ma non è chiaro se all’inizio o al termine dell’aggressione.

GLI ARRESTI

De Bianchi prima di perdere conoscenza è riuscito ad indicare il nome del suo assassino. E così a poche ore dall’omicidio è scattato l’arresto di Orfei. Poi sono stati fermati i tre dipendenti. Lo stesso padre di Orfei ha spinto l’ultimo dei tre a recarsi dalla Polizia, collaborando fattivamente alle indagini.

Per tutti e quattro l’arresto è stato convalidato: in particolare per i dipendenti, rumeni e senza fissa dimora, si paventava il rischio di fuga.