Concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione aggravata ai danni di una ditta concorrente. Queste sono le pesanti accuse alle quali dovrà rispondere Nicola Cesarano, titolare delle pompe funebri di Castellammare di Stabia, raggiunto ieri mattina da un avviso di conclusione indagini emesso dal sostituto procuratore Claudio Siragusa della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Il provvedimento è stato notificato in mattinata presso l’abitazione dell’indagato dai carabinieri del nucleo investigativo del gruppo di Torre Annunziata, guidati dal maggiore Leonardo Acquaro, che hanno condotto alcuni accertamenti di natura investigativa sui fatti. Cesarano è accusato di aver favorito il clan D’Alessandro di Castellammare, anche con un albergo di sua proprietà in pieno centro stabiese. Secondo l’accusa avrebbe coperto anche alcuni affiliati alla cosca di Scanzano durante la loro latitanza, dando loro ospitalità nelle stanze dell’hotel. Questi fatti sono stati ricostruiti nel corso delle indagini, coordinate dall’Antimafia e suffragate anche dal racconto di alcuni pentiti, tra cui Renato Cavaliere, il collaboratore di giustizia che sta svelando i rapporti tra colletti bianchi e camorra stabiese, facendo anche i nomi di alcuni politici e imprenditori. Inoltre, gli inquirenti hanno ricostruito un episodio di estorsione condotto materialmente da Nicola Cesarano contro una ditta di pompe funebri concorrente, proveniente da un altro Comune, e che aveva «lavorato senza il permesso dei Cesarano» proprio a Castellammare di Stabia. I fatti risalgono alla prima parte del 2009, quando fu celebrato un funerale e i parenti del defunto decisero di affidare tutti i servizi ad un’azienda esterna anziché ai Cesarano, cosa che creò alcuni problemi. A quella ditta di onoranze funebri fu imposto il pagamento di un «extra» per aver varcato il confine stabiese, con minacce e metodi considerati tipiche intimidazioni camorristiche. Adesso Nicola Cesarano – formalmente indagato per due reati di tipo mafioso – avrà 20 giorni di tempo per spiegare alla magistratura le sue ragioni e provare ad evitare il processo per concorso esterno in associazione mafiosa e estorsione aggravata dal metodo mafioso. Nel frattempo l’Antimafia prosegue le indagini per capire se in queste due vicende ci sia il coinvolgimento diretto da parte di altre persone ritenute vicine al clan D’Alessandro o alla stessa famiglia Cesarano. L’imprenditore indagato è titolare della ditta di onoranze funebri che ha sede a via Napoli a Castellammare di Stabia ed è legato da vincoli di parentela anche con i titolari delle pompe funebri di Calvizzano, divenuti noti per aver organizzato – con tanto di elicottero e carrozza trainata da cavalli – i funerali romani a Vittorio Casamonica.